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Discorso di insediamento del nuovo Presidente, Claudio Cardone

Care sorelle e cari fratelli,
vi ringrazio per l’onore e la fiducia che mi avete accordato eleggendomi Presidente: che Dio vi perdoni per ciò che avete appena fatto!
Assumo la Presidenza in un momento sicuramente particolare della nostra associazione: dopo l’esperienza del gruppo REFO di Firenze, la nostra associazione è nata da poco, siamo una realtà giovane, ancora in sviluppo; il primo presidente, Andrea Panerini, per motivi di salute e di studio che ci ha espresso nella sua toccante lettera di dimissioni, ha lasciato l’incarico e tocca ora a noi continuare l’opera da lui e da noi iniziata.
Se guardo al lavoro svolto negli ultimi mesi, non posso non vedere che abbiamo saputo, finora, adempiere alla nostra missione; si, missione, perchè  di questo si tratta: questa associazione è un luogo privilegiato in cui possiamo adempiere al ministero cui siamo chiamati come cristiani, nell’ottica di quel concetto di sacerdozio universale tanto caro alle chiese evangeliche di cui la maggior parte di noi si sente parte. Come ha già detto l’ex presidente Panerini nella sua allocuzione, il nostro compito primario è l’annuncio dell’Evangelo: tutto il resto (contatti con gruppi con finalità simili alle nostre, dialoghi con le Chiese, con gli organi politici, azione culturale eccetera…) viene dopo ed è di supporto a questo nostro compito primario.
Il nostro percorso non è sempre stato semplice; vi sono state incomprensioni, distinguo e rapporti freddi o nulli con varie realtà, ed è compito specifico della nuova segreteria riuscire ad appianare tali divergenze; ma il nostro percorso è stato segnato anche da incontri e contatti assai fecondi, con chiese, gruppi, singole persone: ho potuto toccare con mano l’importanza che la nostra presenza ha avuto nella vita spirituale di fratelli e sorelle incontrati durante il cammino, e di questo rendo grazie al Signore. Ho detto che abbiamo divergenze da appianare: intendo dialogare con tutte le realtà che ce lo chiederanno, ma, sia chiaro, sempre su un piano di parità e di rispetto per la nostra specificità. La nostra associazione è probabilmente un unicum nel panorama del mondo delle persone che si interrogano su fede ed omosessualità, almeno qui in Italia: non solo siamo l’unica realtà legalmente riconosciuta (e ciò ci ha permesso di essere chiamati a far parte, per esempio, della Consulta contro l’omofobia del Comune di Firenze) ma il nostro modo di operare è sicuramente una innovazione in questo paese; di questa specificità possiamo essere orgogliosi e dobbiamo sempre tenerne conto nel dialogo con gli altri gruppi (per esempio, lavorando, come mi auguro, a costruire un qualche tipo di federazione con la REFO, Rete Evangelica Fede ed Omosessualità).
Oltre a ciò mi piace ricordare che non siamo un’associazione di omosessuali credenti, ma di persone (gay, etero, bisex…), che si interrogano sul rapporto tra fede ed omosessualità, su come portare la discussione su tali argomenti nelle chiese e nella società, di persone che lottano contro le discriminazioni, in particolare contro le discriminazioni dovute all’omofobia.
Amici miei, il lavoro per annunciare l’Evangelo è ancora tanto, in particolare, credo, dovremmo concentrare i nostri sforzi per portare questo annuncio anche fuori dall’ambito delle Chiese, e testimoniarlo di più nella società civile, come già abbiamo iniziato a fare (poche realtà hanno il coraggio, qui in Italia, di portare assiduamente il proprio materiale informativo nei locali gay…), ma confido che lavorando e sforzandoci ancora di più, tutti insieme, potremo far crescere quest’opera del Signore. Chiedo a tutti voi di essere con me in quest’avventura: mi sento impreparato ad affrontare il compito cui mi avete chiamato oggi, ma ho la massimo fiducia in voi. Insieme cercheremo di essere ancora e, spero, sempre più, una vigna in cui il Signore, e Lui solo, possa ben operare.
Grazie.

Claudio Cardone