Lettera di dimissioni del Presidente Panerini

Riceviamo e subito pubblichiamo per la lettura dei nostri soci e di tutti coloro che leggono il nostro sito.

Firenze, 1° giugno 2010

«Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap. 21,5)

Cari fratelli e care sorelle,
vi scrivo questa lettera per comunicarvi la mia irrevocabile decisione di dimettermi dalla carica di Presidente dell’Associazione “Fiumi d’acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità”. Questa decisione è maturata nelle ultime settimane principalmente pensando a due priorità personali: il mio trasferimento, nell’ottobre prossimo, a Roma presso la Facoltà Valdese di Teologia, finalizzato al ministero pastorale e la cura della mia poco solida salute, le cui condizioni sono note a molti di voi. Questi due fattori, uniti ad altri, mi fanno ritenere di essere incapace di ricoprire questa carica più a lungo.
Essere stato il Presidente di questa associazione fin dalla sua fondazione e, in precedenza, coordinatore per oltre due anni del gruppo della REFO da cui ha poi preso vita, è stato uno degli onori e delle soddisfazioni maggiori della mia vita: un onore non soltanto relativo all’aspetto istituzionale ma in primo luogo all’aver avuto il privilegio di conoscere, frequentare, gioire, soffrire e pregare con ognuno e ognuna di voi e con tutti coloro (chiese, gruppi, comunità, singole persone) che si sono aggiunti nel corso del nostro non sempre facile cammino.
Abbiamo fatto molto in questi ultimi mesi, per non parlare degli anni precedenti: da dicembre ad ora non solo serate bibliche e teologiche di notevole livello con ospiti di diverse confessioni cristiane, ma anche realizzato un culto cristiano dentro una cena conviviale con le comunità evangeliche (in primo luogo quella valdese) che ha toccato molti nel loro intimo; il convegno-ritiro di Casa Cares con Fulvio Ferrario, don Franco Barbero e Gianluigi Gugliermetto; la settimana di preghiera contro l’omofobia poche settimane fa, il nostro contributo per la realizzazione della Consulta contro l’omofobia del Comune di Firenze e l’impegno sociale e “politico” a sostegno dei diritti delle persone, senza mai cedere a strumentalizzazioni o ideologizzazioni che non hanno mai portato a niente nel nostro paese. Sono state esperienze per me faticose e tuttavia totalizzanti ed appaganti: quando una pluralità di uomini e donne che partecipano a queste attività possono dire – come molti hanno detto – che sono stati trasformati umanamente e nel loro percorso di fede dall’incontro con noi, fatica e perplessità svaniscono per lasciare il posto a una preghiera di ringraziamento nei confronti del Signore che si è servito di me e di tutti noi per i suoi scopi, nella certezza dell’inadeguatezza della mia persona di fronte a questi compiti.
Non esco dall’associazione, ve lo voglio dire, ma rimarrò un semplice socio che potrà dare, nei limiti del possibile, una mano in tutta umiltà mettendomi a disposizione della nuova dirigenza. Mi hanno commosso le esortazioni che, negli ultimi giorni, mi invitavano a restare ma questa decisione l’ho presa in tutta libertà, senza pressione alcuna, nella responsabilità e nella consapevolezza che sia la scelta migliore sia per l’associazione che per me.
La nostra unica finalità è sempre stata, aiuta ribadirlo, l’annuncio dell’Evangelo nelle sue molteplici espressioni (bibliche, culturali, sociali, solidaristiche…) come testimonianza concreta nelle chiese e nella società che ci circonda: una testimonianza che, speriamo, sia stato seme per un raccolto futuro ma i cui segni sono già apparsi nel presente, seppur limitata dagli errori, dalle leggerezze, dalle sviste. La Parola che ci ha guidato è stato verbo di uguaglianza e di liberazione, di parità e di consapevolezza di essere una cosa sola in Cristo (cfr. Gal. 3,28-29)
Mi rammarico per tutti coloro che non ci hanno compreso: probabilmente per la mia incapacità di comunicare si sono maggiormente concentrati su alcune forme che non sulla nostra buona fede e sul frutto che le nostre iniziative hanno portato anche a loro, pur inconsapevoli. Su questo chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi o minacciati: non era mia intenzione, non era nostra intenzione. Scrivo ciò nella speranza che il guardare alle forme (che sempre si possono discutere) e non alla sostanza e alla concretezza non sia stata dettata da ragioni strumentali e nell’auspicio che la futura dirigenza sappia, meglio di me, mediare e discutere serenamente con gli altri gruppi, associazioni e chiese la cui pluralità, lungi dall’essere un’ostacolo, è fonte di ricchezza e di benedizione da parte del Signore e nella consapevolezza che il fondamento deve, sempre e comunque, essere Gesù Cristo e non altro. Non abbiamo, in questi anni, mai contestato gli altri perchè avevano idee diverse dalle nostre: abbiamo tuttavia rivendicato il diritto di esporre ciò che pensiamo con chiarezza pretendendo lo stesso rispetto che abbiamo dato agli altri. Non sempre siamo stati capiti, e di questo mi assumo personalmente tutte le responsabilità.
A tutti e tutte voi chiedo di pregare per me: il percorso che ho intrapreso è lungo, difficile e irto di insidie, in primo luogo la mancanza di umiltà e la propria sopravvalutazione. Che il Signore mi guidi mortificando l’illusione della conoscenza e fortificando la speranza riposta in lui (cfr. Pr. 3,5-6). Allo stesso modo pregherò perchè questa importante esperienza possa proseguire e prosperare e perchè l’agire di tutti noi sia sempre conforme all’esortazione dell’apostolo Paolo: “Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Ts 5,16-18)
Vi abbraccio, tutti e tutte, vostro

Andrea Panerini

Pubblicato il 1 giugno 2010, in Associazione, Chiesa valdese, cristiani, firenze, News con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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