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Una serata per condividere, pregare e mangiare insieme
“Allora la regina Ester rispose: «Se ho trovato grazia agli occhi tuoi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia donata la vita; e il mio desiderio, che mi sia donato il mio popolo.”
Si può cenare, pregare insieme e condividere esperienze ed emozioni tra cristiani di varie confessioni, tra omo ed eterosessuali? Giovedì 31 marzo alle ore 20,30 presso il Centro comunitario valdese di Via Manzoni, 21 a Firenze (pressi p.za Beccaria), avrà luogo un’agape (cena) sociale di autofinanziamento dell’Associazione “Fiumi d’acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità“. La cena prevede un’offerta minima di 12 euro a persona comprensiva di due biglietti per ritira un premio in ricordo della serata. All’interno della serata saranno inseriti momenti di lettura biblica, riflessione e condivisione. Tutti coloro che sono interessati, al di là dell’appartenza confessionale, di orientamento sessuale e di genere sono invitati e saranno i benvenuti. Si prega di prenotare entro le ore 12 di mercoledì 30 marzo.
info: 3487453594 (Claudio) 3293276430 (Marta)
fiumidacquaviva@gmail.com – www.fiumidacquaviva.org
Si può scaricare il volantino dell’iniziativa cliccando qui.
Trapani, prime nozze gay in una chiesa valdese
La cerimonia nel tempio dei valdesi. Benedetta l’unione tra due donne tedesche. Matrimonio inedito in Italia per una confessione cristiana. Duecento ospiti al rito.
di LAURA SPANO’
TRAPANI – Una chiesa cristiana ha benedetto a Trapani le prime “nozze” gay tra due lesbiche in Italia. Una benedizione giunta sulla scorta del principio, etico e religioso, che “Dio vuole l’amore, non lo giudica”. Così lo scorso sette aprile l’unione di due donne è stata benedetta, nel tempio Valdese di Trapani, da Alessandro Esposito, pastore della Chiesa valdese di Trapani e Marsala, che ha concelebrato il rito insieme ad altri due pastori, entrambe donne, delle chiese luterana e mennonita. La notizia è rimasta nel massimo riserbo per un paio di mesi, ma poi ha cominciato a trapelare, fino a diventare di dominio pubblico nella comunità protestante trapanese. Le spose, di nazionalità tedesca, sono giunte a Trapani in pullman con un nutrito seguito di amici e parenti. C. H. e B. K. (la coppia ha reso note solo le iniziali) hanno fatto ingresso lungo la navata della piccola Chiesa, sobriamente addobbata con fiori bianchi e rossi.
Concelebrazione in italiano e tedesco, e a tratti anche in inglese, con i presenti attenti a intonare gli inni i cui testi sono stati videoproiettati in entrambe le lingue sullo schermo dietro al pulpito. Un ecumenismo linguistico che ha riflettuto pienamente quello religioso e, più laicamente, quello spirito di apertura e accoglienza che le spose desideravano percepire intorno a loro in questo importante momento della loro vita. Niente veli, né richiami stilistici legati al classico “matrimonio”: tailleur di seta grigio scuro per una, abito nero elegante a fiori rossi per l’altra. Accanto a loro, un trio formato da flauto, violino e violoncello, composto da amiche delle spose, che ha punteggiato la celebrazione di interventi musicali. Gli ospiti, circa duecento, variamente ed elegantemente abbigliati per l’occasione; una grande occasione, come è normale che sia tra due persone che si apprestano a pronunciare l’impegno di vivere insieme per tutta la vita.
L’unione tra le due donne aveva già avuto la sua validazione in Germania attraverso la stipula di una “unione civile”: la Germania infatti garantisce molti diritti alle coppie omosessuali, come quello di potersi registrare in Comune come “coppia” e quello all’eredità del partner. La benedizione è stata accolta gioiosamente dalla comunità di Trapani, nell’ambito della quale il pastore Esposito è impegnato in un’esperienza con il gruppo “Arcobaleno”, nel quale uomini e donne si confrontano sui temi dell’omoaffettività. “Un concetto – spiega lo stesso pastore Esposito – ben più ampio ed appropriato di omosessualità e che abbiamo sintetizzato con l’espressione “Dio vuole l’amore, non lo giudica”.
(8 giugno 2010)