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La decisione del Sinodo della Chiesa Valdese sulla benedizione delle coppie omosessuali: in sé già una benedizione, ma “perfettibile”
Dichiarazione della Segreteria dell’Associazione “Fiumi d’Acqua Viva – Evangelici su Fede e Omosessualità”
Ad un anno dalla decisione del Sinodo valdese che autorizza la benedizione delle coppie omosessuali ove vi sia il consenso della comunità e che invita le comunità ad una approfondita riflessione sulla questione della benedizione delle coppie omosessuali, e alla luce di quanto discusso e avvenuto nelle chiese nel corso dell’anno, riteniamo opportuno condividere una riflessione sull’argomento. In questo periodo si è poi verificato un evento importante: la decisione del Sinodo luterano di ammettere alla benedizione le coppie omosessuali. Quest’ultima decisione appare essere il risultato di un percorso di riflessione fondato sulle scritture e condiviso con le comunità, durato alcuni anni. Il risultato è pregevole, di grande apertura senza confusioni fra concetto di matrimonio e rapporto di coppia “altro”.
Il dibattito che ormai da molti anni si svolge all’interno della Chiesa Valdese e il confronto e il dialogo che si è da tempo instaurato fra la Chiesa stessa e le realtà ad essa vicine sull’argomento, hanno portato nel 2010 all’adozione da parte del Sinodo di una mozione che, confermando le grandi aperture già emerse, invita formalmente tutte le comunità ad una riflessione sul tema più approfondita, più organica, orientata al superamento delle divergenze e resistenze emerse nel corso degli anni, e che appaiono essere più di carattere culturale che teologico.
Possiamo quindi ritenere la decisione del Sinodo di per sé già una benedizione, che siamo certi produrrà frutti positivi.
Saranno comunque frutti che non porteranno alcuna confusione fra il concetto di matrimonio e quello di benedizione della coppia. Ci pare infatti giusto ricordare a questo punto che la Chiesa Valdese non considera il matrimonio come un sacramento, ma “solo” come un serio impegno di due persone legate da vincoli affettivi e da un progetto di vita comune.
Nessuna discriminazione quindi è ipotizzabile rispetto alle coppie eterosessuali: la Chiesa Valdese ammette infatti alla benedizione anche le coppie etero dopo la formalizzazione del loro rapporto in sede civile. In questo senso possiamo considerare la decisione sinodale del 2010 in qualche modo profetica perché pone anche lo Stato di fronte alle proprie responsabilità davanti alle esigenze più profonde delle persone. Proprio per questo pare però opportuno ribadire che, essendo la benedizione un atto sovrano di Dio nei nostri confronti, esso non può in alcun modo essere usato, magari inconsciamente, come momento di rivendicazione politica o sociale.
Un altro punto ci sembra opportuno chiarire. La benedizione, come ogni altro atto di provenienza divina, non è neanche mediato né amministrato dalla Chiesa o dal ministro: quello che avviene è invece l’invocazione della benedizione divina sulla coppia, rivolta al Signore da tutta la comunità, mentre per la coppia la cerimonia è il momento in cui bene-dice (cioè rende lode) a Dio per il dono dell’amore, che è esso stesso fonte di benedizione. Ricordiamo infine che questa decisione è arrivata in un momento in cui molte comunità non erano ancora pronte ad accoglierla, almeno nella parte che autorizza le benedizioni. Riteniamo quindi di grande importanza l’invito alle comunità a riflettere sull’argomento e auspichiamo che esso non venga trascurato. Per parte nostra ci impegniamo, per quanto è nelle nostre possibilità, a stimolare questa riflessione e discussione, con la speranza che conduca quanto prima ad una decisione condivisa anche sotto il profilo teologico.
La Segreteria dell’Associazione “Fiumi d’Acqua Viva – Evangelici su Fede e Omosessualità”
L’Evangelo, Parola che libera
Discorso del Presidente Cardone in occasione della Conferenza “Unioni Civili e Benedizione delle coppie omosessuali”
Buonasera e benvenuti alla conferenza “Unioni Civili e Benedizione delle coppie Omosessuali”. Vi dò il benvenuto a nome dell’Associazione “Fiumi d’acqua viva – Evangelici su Fede ed omosessualità” che ha organizzato quest’incontro. Desidero ringraziare innanzi tutto l’Sms Andrea del Sarto per l’ospitalità e voi tutti per la vostra presenza stasera.
Un grazie va anche ai nostri ospiti, all’On. Valdo Spini, che ha gentilmente accettato di fungere da moderatore di questo dibattito, l’On Giovanni Bachelet, Deputato del Partito Democratico; il Dott. Marco Carraresi, Consigliere Regionale della Toscana, dell’UDC e il Decano della Facoltà Valdese di Teologia, Prof. Yann Redaliè, Ordinario di Nuovo Testamento. Vi devo purtroppo informare che il Prof. Giovanni Sole, all’ultimo momento, non ha potuto prender parte a questo incontro, ma ci manda i suoi saluti e l’auspicio che possa essere una serata ben spesa. Era nelle nostre intenzioni invitare anche un teologo o comunque un rappresentante della Chiesa Cattolica Romana affinchè sostenesse le tesi ufficiali di quest’ultima, ma purtroppo, non abbiamo trovato nessuno di disponibile a venire a questo incontro. Confido che il Prof. Redaliè, in quanto relatore “teologico” e il Dott. Carraresi, come rappresentante del Cattolicesimo, possano, per quanto gli sarà possibile, colmare questa lacuna di cui ci dispiace sinceramente.
L’associazione di cui sono presidente è un’associazione cristiana, vicina alle realtà protestanti italiane, in particolare alla Chiesa Valdese, il cui scopo è promuovere parità ed uguaglianza tra tutte le persone, senza distinzioni di nazionalità, confessione religiosa, identità di genere o orientamento affettivo, uguaglianza da realizzarsi nella società e, nel caso specifico e in particolare, nelle chiese. Ma oltre a questo, principalmente, la motivazione che sottende a tutto il nostro agire, è, ci tengo a sottolinearlo, l’annunzio dell’Evangelo.
Perchè dunque, una realtà come la nostra si è fatta promotrice di questa serata? Per noi cristiani la parola dell’Evangelo è parola che libera: libera dalle nostre paure, dai nostri sensi di colpa e sensazioni di inadeguatezza, dal credere che le nostre specifiche diversità siano un qualcosa di cui vergognarsi piuttosto che un arricchimento.
La libertà dell’Evangelo non significa però che siamo liberi di fare tutto quel che vogliamo ma che possiamo sognare il sogno stesso di DIO: felicità e armonia fra tutte le creature e PER tutte le creature. E’ il mondo perfetto descritto allegoricamente nel libro della Genesi, che non si realizza a causa della limitatezza umana. Secondo la visione cristiana è possibile però avvicinarsi a questo ideale collaborando ad una nuova creazione, instaurando nuove e migliori relazioni fra gli essere umani e con il resto del creato e, sopratutto, attraverso la realizzazione piena di ogni singolo essere umano.
Questa è, almeno dal nostro punto di vista, la sostanza del messaggio “etico” di Cristo, del suo messaggio d’amore. La tensione verso questo risultato comporta uno sforzo che chiunque ha il dovere di compiere, ma che per le persone omosessuali e per tutti coloro che non corrispondono alla comune definizione di normalità, ha un costo altissimo. Infatti perché ognuno possa realizzarsi vi sono degli ostacoli costruiti non solo dalla nostra natura di esseri imperfetti e ,per i credenti, anche di peccatori, ma anche dalle scelte, i condizionamenti culturali, sociali e religiosi a cui l’uomo è sottoposto. Nello specifico alcune persone, gli omosessuali, incontrano maggiori ostacoli poiché nell’affetto più importante, il rapporto d’amore con un’altra persona, i condizionamenti a cui ho accennato talvolta impediscono a queste persone persino di dichiarare a se stesse con serenità la loro condizione.
Per questo il riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali ha un’importanza grandissima: consentirebbe infatti almeno in parte il superamento di quelle barriere socio-culturali che obbligano molti omosessuali ad una vita di sofferenza interiore o comunque di disagio a vari livelli, e incide non di rado anche sul loro rapporto di coppia.
Di questo quindi dobbiamo e vogliamo stasera parlare: siamo disposti a rimuovere questi ostacoli? Si, no, e perché?
Prima di iniziare il nostro lavoro questa sera desidero invocare per noi la benedizione del Signore: possa Egli benedirci, a Lui chiediamo di poter tornare a casa con un “cuore nuovo”, per essere strumenti attraverso cui tentare di realizzare il Suo stesso sogno. “Cieli nuovi e terra nuova, dove abiti la giustizia”
Seguirà a breve un resoconto giornalistico e le foto della serata
“Ringraziamo il Signore per la decisione del Sinodo valdese”
Cardone: l’approvazione delle benedizioni delle coppie dello stesso sesso una sfida positiva per la società italiana
Giovedì 26 agosto, nella sua sessione serale, il Sinodo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi (Chiesa evangelica valdese) ha approvato a grande maggioranza (105 favorevoli, 9 contrari, 29 astenuti) un’atto che autorizza le comunità locali a procedere con le benedizioni di coppie dello stesso sesso qualora abbiano “raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni”.
“E’ con grande gioia che abbiamo appreso della decisione del Sinodo della Chiesa Valdo- Metodista di permettere ufficialmene le benedizioni delle coppie di persone dello stesso sesso – afferma il Presidente dell’Associazione Fiumi d’acqua viva Evangelici su Fede e Omosessualità Claudio Cardone – Questo evento è stato lungamente atteso da tante persone, omosessuali ed eterosessuali, evangelici e non. In un contesto – come quello italiano – dove la religione sembra (almeno in apparenza) abbia un peso preponderante in molti aspetti della vita, questo atto può essere di stimolo per la società civile, affinchè vi sia una sempre più ampia e consapevole convergenza sul concetto che l’amore tra due persone è sempre una benedizione per tutta la società. Certo, questo documento, basta leggerlo, non esprime l’unanimità di pensiero nella Chiesa, ed invita perciò le singole comunità a continuare nell’approfondimento di queste tematiche, nella prospettiva, auspichiamo, di una sempre maggiore condivisione dell’atteggiamento inclusivo verso le persone omosessuali, che già si può ritrovare in alcune chiese locali. All’approvazione di questo atto del Sinodo – continua Cardone – si è giunti attraverso tensioni (anche a mezzo stampa) tra favorevoli e contrari, tensioni non sempre all’altezza dell’importanza del tema trattato e della sede in cui si discuteva, la massima autorità di una chiesa presbiteriana, cioè il suo Sinodo. Attestiamo la fondamentale correttezza della dialettica e della discussione anche se ad atteggiamenti di aggressione verbale da parte di alcuni contrari si sono contrapposte provocazioni di alcuni che pur si dichiaravano favorevoli e che noi non approviamo di certo. Ci auguriamo che l’invito ad approfondire il dibattito serva anche a stemperare le tensioni che si sono prodotte e a lavorare per il bene delle chiese. Questa votazione, riteniamo, deve essere una sollecitazione forte per quelle realtà, come la nostra Associazione, nell’impegno per una rinnovata testimonianza dell’Evangelo e del fatto che esso sia luce anche nei confronti delle persone e delle realtà “diverse”: in particolare, riteniamo che sia nostro preciso dovere impegnarci a portare il dibattito laddove vi siano ostilità e diffidenza; diversamente il nostro agire avrebbe poco senso. Desideriamo ringraziare – conclude il Presidente di Fiumi d’acqua viva – tutti coloro che, in questo Sinodo e negli anni precedenti, hanno reso possibile, con il loro impegno e la loro testimonianza, questo risultato; in particolare indirizziamo il nostro ringraziamento alla Moderatora della Tavola Valdese, la pastora Maria Bonafede, al Presidente del Sinodo Marco Bouchard, al nostro ex Presidente Andrea Panerini che anche quest’anno ha collaborato con la presidenza sinodale in qualità di verbalista, alla pastora Alison Walker, a tutti/e i pastori/e e deputati/e che hanno votato a favore di questo importante atto e si sono impegnati a progredire sempre nell’amore di Dio, a tutti coloro che hanno organizzato e collaborato con il Sinodo di quest’anno.”
“Questo documento del Sinodo contiene un invito chiaro alle chiese locali a meditare su questo argomento – chiosa Marta Torcini, Segretaria dell’Associazione – ed in particolare sollecita coloro che hanno responsabilità pastorali ad impegnarsi nel collaborare costruttivamente con le realtà che già si occupano della tematica in uno spirito di mutua comprensione, affinchè le persone non percepiscano più l’essere omosessuali come un problema, ma semplicemente come un altro modo di essere figli e figlie di Dio. Auspichiamo che questa collaborazione non venga mai meno e porti abbondante frutto.”
La Segreteria dell’Associazione Fiumi d’acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità desidera lodare ancora il Signore per questa notizia che ci riempie di gioia, certi che sia Lui la fonte prima di ogni gioia e benedizione.
Sulla coppia omosessuale benedetta a Marsala nella Chiesa valdese
Cardone: un segnale, un seme gettato nella società come naturale conseguenza del loro amore
“Per la prima volta in Italia, una coppia di donne è stata pubblicamente benedetta in una chiesa cristiana evangelica. Tale notizia ci riempie di gioia e di aspettativa – interviene Claudio Cardone, Segretario e presidente ad interim dell’Associazione “Fiumi d’acqua viva – evangelici su fede e omosessualità” in conseguenza delle dimissioni rassegnate nei giorni scorsi da Andrea Panerini – preghiamo affinché tale evento sia lievito di riflessione per le Chiese, in particolare per quelle che ne stanno già discutendo al loro interno come quella valdese. Auspichiamo anche che possa essere un segnale, un seme, gettato in questa società, purtroppo sempre più segnata da violenze, spesso gratuite, nei confronti delle minoranze e di coloro che, a torto, sono considerati deboli, in particolare, donne, immigrati, persone omosessuali e transessuali. Ringraziamo le donne protagoniste di questa celebrazione – conclude Cardone – per il coraggio e l’esempio (sono sicuro che per loro si sia trattato solo della naturale conseguenza del loro amore) che con il loro gesto hanno potuto dare a tutti noi. Su di loro e sul loro amore invochiamo la Benedizione dell’Eterno e ci gettiamo alle spalle tutto il resto.”