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Non bastano le buone intenzioni quando si proibisce l’uso del preservativo
Panerini: per una sessualità libera e responsabile
Il vescovo di Roma, Benedetto XVI, ha affermato ieri (29 novembre), in vista del primo dicembre – giornata mondiale della lotta all’Aids – che “la chiesa (cattolica romana) non cessa di prodigarsi per combattere la malattia, attraverso le sue istituzioni e il personale a ciò dedicato” e ha invitato tutti ad aiutare in questa opera.
“Non basta chiedere aiuto nei confronti di una azione e solidarietà generica contro l’Aids come fa il vescovo di Roma, papa Benedetto XVI – commenta il Presidente dell’associazione evangelica su fede ed omosessualità “Fiumi d’acqua viva” Andrea Panerini – La chiesa cattolica romana è responsabile, e non lo diciamo per far facile polemica, dell’aver fatto passare l’idea che l’uso del preservativo per la prevenzione del terribile flagello sia inutile a livello scientifico e inaccettabile dal punto di vista della morale. Premesso che è sempre più urgente, in tutti i paesi, una educazione per una sessualità responsabile secondo il principio della libertà del cristiano nella sua responsabilità nei confronti di Dio, le posizioni della chiesa cattolica romana sull’uso del preservativo non hanno nessun fondamento scientifico e sono in contraddizione profonda con la morale e la teologia cristiana. Far usare e promuovere l’utilizzo dei preservativi nei confronti di popolazioni o singoli individui in situazioni di promiscuità e rischio, senza alcun facile giudizio, è un atto di amore cristiano che travalica qualunque tipo di moralismo. I malati di Aids sono i lebbrosi del XXI secolo – conclude Panerini – Gesù ci chiama ad un amore incondizionato verso di loro, come verso i fratelli e le sorelle che sono sani: non basta l’encomiabile volontariato di alcuni religiosi cattolici per cancellare le pesanti responsabilità nella mancata prevenzione”.