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Domenica 18 maggio culto per le vittime dell’omofobia organizzato da “Fiumi d’acqua viva”
Domenica 18 maggio alle ore 10.30 presso la Chiesa evangelica valdese di Firenze (Via Micheli, angolo Via Lamarmora) avrà luogo il culto per le vittime dell’omofobia e della transofobia. L’evento è organizzato, per il quarto anno di seguito, dall’Associazione cristiana “Fiumi d’acqua viva – Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato” e vedrà l’adesioni di credenti di quasi tutte le confessioni cristiani del capoluogo toscano. Il versetto biblico scelto per questo anno e suggerito dal teologo ed ecumenista valdese Paolo Ricca è: «Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio» (Romani 15,7).
“Per il quarto anno di seguito siamo fieri di organizzare questa iniziativa – dichiara Marta Torcini, Presidente di “Fiumi d’acqua viva” – che, lo ricordiamo, nasce in ambito protestante nel 2007 e che ora, sotto varie forme, coinvolge numerosi gruppi, associazioni e chiese in varie parti del mondo. Il tema di quest’anno riguarda l’accoglienza reciproca che ci è comandato di fare in quanto figli e figlie di Dio al di là di qualsiasi caratteristica personale. Purtroppo possiamo vedere quanto questo sia disatteso in un paese così diviso ed egoista come l’Italia in cui l’omofobia, il razzismo, il classismo, il sessismo e lo specismo sono ben lungi dall’essere non solo sconfitti ma anche solo affrontati con serietà.»
Per informazioni ed adesioni: www.fiumidacquaviva.org – fiumidacquaviva@gmail.com – 329.3276430 (Marta)
La condivisione dei diritti
Dopo aver seguito le due conferenze di Gutierrez e Ricca di cui vi abbiamo presentato una sintesi, voglio offrire alla riflessione comune un filo rosso che mi sembra legare i temi delle due conferenze in un unicum che potrebbe anche diventare una proposta per l’azione. Ve lo propongo nella sua essenzialità e rozzezza, cosicché ciascuno possa svilupparlo liberamente secondo il suo modo di vedere.
Una volta che siamo stati messi di fronte al nostro delirio di onnipotenza nel crederci il centro dell’universo, una volta che abbiamo preso atto, come ci dice Gutierrez , che anche l’uomo deve sottomettersi alla comunità del creato, e recuperare la parte cosmologica del nostro esistere, non basta più, per esaurire la responsabilità della nostra fede verso il creato, lavorare e custodire la terra che riconosciamo appartenere a Dio. E’ necessario un passo avanti, e cioè è indispensabile che uniamo questa responsabilità con quella verso la giustizia sociale, realizzando quella che Ricca chiama democrazia sociale, cioè la condivisione delle scelte economiche, che comporta necessariamente una più equa ripartizione delle risorse. Io amplierei il concetto di democrazia sociale per estenderlo alla condivisione dei diritti: nessun diritto sopravvive da solo, ma può affermarsi solo nel riconoscimento dei diritti degli altri, e intendo con questo tutti gli altri viventi, animali umani e non umani. Come ben ci ha spiegato Patrice Jones*, dobbiamo riconoscere che ogni forma di separazione (questo si, quell’altro no) quando è esercitata verso i viventi è discriminazione, e tutte le discriminazioni hanno qualcosa in comune: si rafforzano l’una con l’altra. Perciò se non riconosceremo che sessismo, omofobia, transfobia e specismo non possono essere affrontate ed eliminate separatamente, non spezzeremo mai il giogo. Una volta che abbiamo unito col nostro filo rosso questi aspetti, se e quando riusciremo, in qualunque angolo del pianeta, nel nostro piccolo o più in grande, a realizzare questo collegamento, non avremo forse realizzato anche una bellissima parabola del Regno di Dio?
Marta Torcini
*Attivista americana per i diritti delle persone con diversa affettività, nel 1976 ha realizzato nel Vermont un rifugio per animali di fattoria gestito da persone LGBT. A breve sul sito la sintesi di una sua conferenza tenuta a Firenze il 18 marzo scorso.
Elisa Cesan Portavoce Nazionale della Rete Primo Marzo
La Segreteria di “Fiumi d’acqua viva” è lieta di comunicare che un suo membro, Elisa Cesan, è stato eletto a un incarico nazionale così importante e invoca la benedizione dell’Eterno su Elisa per questo nuovo ruolo.
Per molti mesi, da quando Cécile Kyenge è diventata ministro, quell’incarico è rimasto vacante. Domenica 26 gennaio, il vuoto è stato colmato. La Rete Primo Marzo ha un nuovo portavoce nazionale: Elisa Cesan, classe 1978, laureata in scienze delle formazioni, educatrice professionale, già referente – assieme a Didier Arsene Brou – del comitato Primo Marzo Firenze.
La nomina è avvenuta nel corso dell’assemblea nazionale, convocata anche per avviare l’organizzazione della prossima Journée sans nous, la giornata senza immigrati (che dal 2010 è diventata un appuntamento imprescindibile per chi si occupa di immigrazione). «Sono onorata di ricoprire questo incarico – ci dice un po’ emozionata – perché credo fermamente nei valori dell’antirazzismo e dell’inte(g)razione sociale. Credo che la strada giusta da percorrere sia quella dei diritti di tutti per tutti per superare la contrapposizione tra noi e loro, per una piena espressione della nostra società meticcia». Elisa, originaria del Piemonte risiede da molto tempo a Firenze, dove da diverso tempo è attiva nell’associazionismo e svolge attività di volontariato con i migranti, Rom in particolare. È membro del Concistoro della Chiesa Valdese di Firenze e membro della Segreteria dell’Associazione cristiana “Fiumi d’acqua viva – Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato”. Raccogliere il testimone di Cécile Kyenge rappresenta una bella sfida. «Se dovessi diventare ministro pure io poi, ci sarà la corsa a fare il portavoce del Primo Marzo», scherza.
Il 10 maggio a Firenze serata contro la violenza
La violenza è stato il tema dell’incontro del 10 maggio organizzato dalla nostra associazione, in collaborazione con la Chiesa Anglicana di rito vetero cattolico e la Chiesa Valdese di Firenze, in occasione della settimana contro la violenza omofoba. La scelta di affrontare anche altri tipi di violenza è nata dalla considerazione che la violenza non è diversa se rivolta contro le persone GLBT piuttosto che contro le donne, contro i bambini piuttosto che di chi è di fede diversa. La sua origine essenziale è infatti sempre la stessa: il disconoscimento del valore degli altri. Violenza sulle donne, sui bambini, sulle persone GLBT e sulle persone di diversa fede religiosa sono stati perciò i quattro temi affrontati. I dati emersi dalle relazioni (pubblicate in questo sito) sono agghiaccianti: la violenza sui più deboli e/o sui diversi è in aumento, soprattutto in questo periodo di crisi economica che si è innestata su una società già impoverita dall’assenza di valori, punti di riferimento, prospettive. Un vuoto all’interno del quale, come è stato sottolineato, la Parola di Cristo può trovare nuovo ascolto, a condizione che le Chiese sappiano capire le esigenze del mondo contemporaneo e inserirsi nelle sue contraddizioni non con volontà di proselitismo ma con spirito di servizio. Servizio che deve essere aiuto alle persone, sostegno spirituale e materiale, solidarietà e giustizia per le vittime della violenza. E’ necessario che le Chiese si impegnino per educare al rispetto, all’accoglienza, all’accettazione e infine alla comprensione che la diversità è ricchezza, la debolezza forza, e che il Signore ama tutte le sue creature e che quindi noi, anche se non riusciamo ad amarle come fa Lui, abbiamo il dovere almeno di rispettarle. L’evento è stato ospitato dalla Chiesa episcopale americana di Firenze, introdotta da una preghiera di Mark Dunnam, rettore di questa chiesa e conclusa da una orazione al Signore del fratello David Buttitta.
Per leggere l’introduzione del Presidente Claudio Cardone clicca qui.
Per leggere la relazione di Marta Torcini sulla violenza contro le donne clicca qui.
La forza interiore e il grande coraggio di Ester
Cronaca della’agape del 31 marzo
Può un personaggio vissuto nel V secolo avanti Cristo dire qualcosa a noi, gente del secondo millennio dopo Cristo? E’ quanto ci siamo chiesti Giovedì 31 marzo all‘Agape sociale di Fiumi d’Acqua viva, dove ci siamo confrontati sull’affascinante personaggio della regina Ester.
Alla serata hanno partecipato una ventina di persone, la maggior parte appartenenti alla comunità valdese di Firenze e alla nostra associazione e altri di varia provenienza, fra cui graditissima la presenza di alcuni componenti del gruppo di omosessuali credenti “Kairos” di Firenze, che hanno partecipato attivamente. Era anche presente l’amico Mauro Romanelli, consigliere Regionale di FdS-Verdi, il quale ha portato anche i saluti del Consigliere Comunale Tommaso Grassi della lista Spini per Firenze.
Durante la cena le letture tratte dal libro di Ester si sono alternate a momenti di preghiera e riflessione, inframmezzati da canti. La storia di Ester ha un interesse speciale in primo luogo perché Dio non compare mai, non agisce direttamente. Questa “assenza” ha particolarmente stimolato la riflessione sul ruolo svolto da Ester nella salvezza del suo popolo, e sul valore e l’importanza della coscienza come mezzo dell’intervento divino. Varie sono state le osservazioni fatte dai partecipanti che hanno rilevato come la vicenda di Ester rappresenti un insegnamento sotto molti profili: dall’apparente casualità degli eventi che portano in una direzione piuttosto che un’altra, all’equilibrio manifestato dalla regina Ester che contrasta fortemente con l’esagerazione dei comportamenti del re Assuero e di Aman, alla difficile interpretazione del rifiuto di Mardocheo di inchinarsi ad Aman, che scatena la malvagia vendetta di quest’ultimo. Ma l’insegnamento che Ester ci trasmette con più forza è probabilmente quello una grande forza interiore e di un grande coraggio sostenuto dalla fede in un mondo che non ha fede e che non condivide i suoi stessi valori. E’ stata anche letta la lettera indirizzata ai presenti da Andrea Panerini, ex presidente di Fiumi d’Acqua Viva, che ha invocato la benedizione dell’Eterno sui partecipanti. La serata è stata allietata dall’ottima cena preparata con la collaborazione dalle signore del “gruppo cucina” della comunità valdese, in particolare i nostri ringraziamenti vanno a Sara Sansone e Maria Rossi che per il terzo anno di seguito hanno svolto la loro insostituibile opera e si è conclusa con la benedizione guidata dal pastore Pawel Gajewski.
Vaticano ed omosessualità, una serata di discussione presso l’associazione Ireos
Il 5 marzo scorso, presso la sede di Ireos a Firenze in Via de’ Serragli, ha avuto luogo la presentazione del libro “Opus gay. La Chiesa cattolica e l’omosessualità” (Newton Compton ed., 2010) della giornalista Ilaria Donatio. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Ireos e dal Punto Pace Pax Christi di Firenze con la collaborazione del gruppo di omosessuali cattolico Kairos e della libreria Claudiana di Firenze. L’autrice ha dialogato con don Andrea Bigalli, redattore della rivista Testimonianze e con un pubblico abbastanza numeroso e sicuramente interessato, con molte domande e interventi anche polemici: numerose le presenze di persone non credenti. Tutta la serata è stata focalizzata sulle posizioni del Vaticano sull’omosessualità. Don Bigalli, nonostante la sua criticità nei confronti della gerarchia, ha comunque sempre sottolineato che nella chiesa cattolica c’è una pluralità di posizioni sul tema specifico, in nome dell’evangelo, e questa pluralità è sottolineata dalle posizioni di molti preti che vivono a contatto con le persone omosessuali e non possono non guardare alla sofferenza dei fratelli e delle sorelle discriminate. Ha anche affermato che non esce dalla sua chiesa perchè ci sono, appunto, posizioni diverse e ha rimarcato una differenziazione fra la gerarchia e la posizione di tante persone cattoliche che vivono la chiesa come comunità di credenti e che hanno una concezione diversa, di riconoscimento e di accettazione e che riconoscono l’amore nelle relazioni omosessuali. Tra le numerose domande poste ai relatori una rappresentante di “Fiumi d’acqua viva” ha rimarcato la distanza tra gli evangelici e il Vaticano e al tempo stesso ha sottolineato la presenza di chiese fondamentaliste che si dicono protestanti (ma estranee al protestantesimo storico) che interpretano la Scrittura alla lettera e che in realtà chi non vuole parlare serenamente di omosessualità in realtà ha problemi con la sessualità in generale, con la secolare sessuofobia delle chiese. Diversi interventi da parte dei non credenti hanno sottolineato la necessità della separazione tra le posizioni teologiche delle chiese e la gestione della cosa pubblica, richiamando la laicità dello stato. Commovente il racconto di Ilaria Donatio sull’incontro con due lesbiche madri di un bambino, a lei stessa sono venute le lacrime perchè ha visto la sofferenza di queste persone. Alla domanda sul perchè restano della chiesa cattolica è venuta la risposta discutibile – ma verso la quale bisogna avere molto rispetto – che loro credono di avere il diritto di entrare nella loro chiesa mano nella mano senza che nessuno le giudichi.
La serata si è conclusa con una cena a buffet con offerta libera. (red.)
Coesistenza nel rispetto reciproco: cristiani a confronto sull’omosessualità
Conversazione di Andrea Panerini con Paolo Ricca
Paolo Ricca (Torre Pellice, 1936) è uno dei massimi teologi italiani. Ha insegnato dal 1976 al 2002 Storia della Chiesa alla Facoltà valdese di teologia. Consacrato pastore della Chiesa valdese nel 1962, ha esercitato il ministero pastorale nella Chiesa valdese di Forano (1962-66) e di Torino (1966-76). Per conto dell’Alleanza riformata mondiale ha seguito il Concilio Vaticano II come giornalista accreditato, redigendone un commento teologico diffuso in diverse lingue. Insegna tuttora, come professore ospite, presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma. È stato per 15 anni membro della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese con sede a Ginevra. Ha lavorato in diversi organismi ecumenici. In Italia collabora regolarmente al lavoro Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). È stato per due mandati presidente della Società Biblica in Italia. Nel febbraio del 1999 ha ricevuto un dottorato honoris causa in teologia dall’Università di Heidelberg e nel 2008 il «Predigtpreis – Kategorie Lebenswerk» del Verlag für die Deutsche Wirtschaft AG. Dirige, per la casa editrice Claudiana di Torino la collana «Lutero. Opere scelte».
Panerini: In quale occasione ha avuto modo di incontrare per la prima volta – durante il suo ministero pastorale – una persona omosessuale?
Ricca: Se ricordo bene tutto, l’incontro che più mi ha impressionato e mi ha obbligato a prendere coscienza della realtà omosessuale è quello con una persona che negava di essere gay, che non voleva essere omosessuale. Per questo motivo si era sposato, aveva avuto cinque figli, fedele – a suo dire – a sua moglie, ma giunto in una età più matura della sua vita personale non poté fare a meno di prendere visione di questa sua identità omosessuale, una disposizione che egli aveva sempre negato ma che alla fine ha prevalso e non poteva più essere rimossa. Mi chiese, ricordo, che cosa avrebbe dovuto fare, se dichiararsi alla famiglia e abbandonarla fisicamente, uscire dall’equivoco oggettivo che egli stesso aveva creato per essere se stesso, oppure se lo consigliavo di continuare a fingere di essere quello che non era.
Un video sul Sinodo 2010
Pubblichiamo un video con alcune opinione circa il Sinodo valdo-metodista 2010 e la decisione di aprire alle benedizioni delle coppie omosessuali. (red)
Un culto di memoria e di speranza
Si avvia alla conclusione la settimana di preghiera contro l’omofobia
FIRENZE – Il 16 maggio alle ore 10,30 presso il Tempio valdese di Via Micheli avrà luogo il culto ecumenico contro l’omofobia, atto conclusivo della Settimana di preghiera contro l’omofobia organizzata dall’Associazione “Fiumi d’acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità” in collaborazione con il Centro culturale protestante “Pietro Martire Vermigli”, la Libreria Claudiana, la chiesa valdese di Firenze, la chiesa metodista di Firenze, la chiesa battista di Firenze, la Parrocchia Vetero-Cattolica “S. Vincenzo di Lerins” e la Chiesa episcopale “St. James”.
La liturgia del culto è stata impostata da un comitato liturgico composto da valdesi, battisti, metodisti, vetero-cattolici, episcopali e cattolici (questi ultimi a titolo personale) e prevede testimonianze e uno specifico gesto di memoria ma anche di speranza. Il culto sarà presieduto da David Buttitta, predicherà Andrea Panerini.